La Direttiva europea DAC7 e il suo impatto sulle vendite private attraverso piattaforme come eBay, Vinted e Subito.it
Le vendite private online sono soggette a imposta? I consumatori dovrebbero sapere quando si applica l'imposta. La Direttiva DAC7 2021/514 per la lotta all'evasione fiscale nelle vendite online è in vigore dal marzo 2023. Essa mira a regolamentare sia il commercio di beni, servizi e proprietà attraverso piattaforme come Amazon, Airbnb o Booking, sia a monitorare la vendita di prodotti di seconda mano tra privati su piattaforme come Subito.it, eBay, Vinted o Wallapop.
Quali obblighi hanno i venditori privati?
La Direttiva DAC7 distingue tra vendite occasionali da parte di privati e vendite commerciali soggette a tassazione. In Italia, ciò riguarda principalmente i consumatori privati che vendono beni di seconda mano tramite piattaforme. Finché queste vendite sono occasionali e non superano le soglie specificate non sono soggette a imposta.
Le soglie del DAC7 sono chiaramente definite: a partire da 30 vendite per anno solare o da un reddito superiore a 2.000 euro, le piattaforme sono obbligate a trasmettere i dati dei venditori alle autorità fiscali. non importa se la merce è usata o nuova. L'importante è, invece, che l'uso regolare e redditizio della piattaforma sia considerato un'attività commerciale e quindi soggetto a imposta.
Vendita di beni di seconda mano in Italia - quando sono dovute le imposte?
Attualmente, le vendite di beni di seconda mano da parte di privati non sono soggette a imposte in Italia. Tuttavia, chiunque generi regolarmente un reddito, vendendo su piattaforme come Vinted o eBay, è obbligato a richiedere un numero di partita IVA e a pagare l'imposta sul reddito (IRPEF). Questo vale anche per le attività commerciali occasionali che devono essere dichiarate come “altri redditi”.
Conclusione dell'organizzazione di tutela dei consumatori Robin
Quindi, chi vende occasionalmente oggetti usati sulle piattaforme nel 2024 e non raggiunge le soglie sopra citate non deve generalmente preoccuparsi di questioni fiscali e se le piattaforme non inviano la richiesta di fornire dati fiscali e personali, non è necessario che i venditori prendano ulteriori provvedimenti. Tuttavia, chiunque faccia delle vendite online una fonte di reddito regolare dovrebbe informarsi sui propri obblighi fiscali e, se necessario, prendere provvedimenti.
Suggerimento:
Per i beni di valore elevato (oltre 2.000 euro, che sono esenti da imposte per le vendite occasionali), è opportuno firmare un contratto che contenga quanto segue:
dati anagrafici del venditore e dell'acquirente (compreso il codice fiscale)
Copia della carta d'identità firmata
Eventuali numeri di serie o foto dell'oggetto
Firma di una prova d'origine legittima per il venditore e "visto e piaciuto" per l'acquirente
Dettagli del pagamento
Tutti i documenti devono essere firmati da entrambe le parti.
Questo piccolo contratto può scoraggiare potenziali truffatori, garantirvi la prova della transazione e risparmiarvi potenziali problemi futuri.
Se il pagamento viene effettuato tramite bonifico bancario, assegno o carta di credito, sia la banca che le autorità fiscali potrebbero richiedere di giustificare la transazione in termini di norme antiriciclaggio.
Con il contratto potete dimostrare la transazione ed evitare problemi.