Probabilmente ognuno di noi che possiede un telefono a un certo punto si è trovato in questa situazione: suona il telefono e una voce monotona chiede se ci piacerebbe cambiare gestore, se abbiamo tempo per un sondaggio, ecc.
Spesso non è facile liberarsi di tale chiamate, soprattutto perché i lavoratori dei cosiddetti call center non esitano a richiamare se si riaggancia. Per evitare queste situazioni spiacevoli il legislatore nel 2010 ha introdotto il “Registro delle opposizioni” (Rpo). Il servizio permette a cittadini privati e ad aziende di registrare i loro numeri di telefono in una lista, per non essere poi più chiamati dai call center. La registrazione avviene per mail, telefono, fax, raccomandata o anche tramite il modulo disponibile sul sito web www.registrodelleopposizioni.it
Per controllare se la registrazione è stata effettuata correttamente si può chiamare il numero verde 800 265 265 col telefono il cui numero è stato registrato; ma possono essere necessari fino a 15 giorni finché la registrazione venga ultimata.
Cosa sono le funzioni del registro?
Il registro è una lista di tutti i numeri telefonici di utenze su cui il proprietario non vuole ricevere chiamate promozionali. Tutti questi numeri dovrebbero essere cancellati dalle liste che i call center usano per rivolgersi a potenziali clienti.
I lavoratori dei call center sarebbero così obbligati a comparare le proprie liste col Rpo per evitare di chiamare i numeri telefonici registrati.
Il registro è efficace?
Attualmente il Rpo è disponibile solo per numeri telefonici che sono registrati anche negli elenchi telefonici pubblici. E anche per questi numeri c’è un ostacolo: se si è stato il consenso di ricevere chiamate da una determinata azienda, questo resta valido.
Un’altra causa per la scarsa efficacia del registro è il fatto che solo pochi numeri sono stati registrati. Ci sono circa dieci milioni di cittadini e aziende potenzialmente interessati, ma solo 1,5 milioni sono registrati. La colpa può essere sia del basso grado di notorietà, sia della scarsa efficacia.
Questi errori e queste lacune saranno corretti e rimediati con la L. 5/2018.
Al momento di attuazione delle nuove norme, i call center saranno puniti più severamente se disturbano gli utenti di numeri telefonici registrati nel Rpo. Sarà anche possibile la registrazione di numeri di cellulari, telefoni fissi nonché gli indirizzi che non si trovano negli elenchi telefonici pubblici. Inoltre, la legge prevede che tutti i contratti stipulati con i call center saranno annullati dopo la registrazione nel Rpo.
Oltre a ciò, anche l’agenzia per le garanzie nelle comunicazioni Agcom tutela il consumatore. L’Agcom costringe tutti i call center a darsi un prefisso, cosicché il consumatore sarà abilitato a capire immediatamente chi lo sta chiamando. I prefissi sono 0844 per le chiamate promozionali e 0843 per le chiamate di sondaggio.
Come può tutelarsi il consumatore dal telemarketing?
Visto che le norme attuative non saranno efficaci immediatamente, nel frattempo il consumatore si può tutelare con semplici trucchi per non ricevere più chiamate promozionali nel modo seguente:
1. Se chiama un numero sconosciuto, non si dovrebbe accettare la chiamata. Poi si può usare Google per capire se il numero era di un call center. L’ultima tappa è bloccare il numero, cosicché non sarà più possibile per quel numero di effettuare ulteriori chiamate. Per bloccare i numeri si può usare la funzione “bloccare questo numero” del proprio smartphone o qualche app (ad esempio “iBlacklist” per iOS, “calls blacklist” o “dovrei rispondere” per Android).
2. Se la propria utenza è stata registrata nel Rpo, ma le chiamate dei call center continuano, è importante prendersi nota del numero e poi rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali. È facile farlo o tramite il sito web dell’Rpo (www.registrodelleopposizioni.it) o tramite il sito del Garante privacy (www.gpdp.it).
Cosa devo sapere prima di stipulare un contratto di telemarketing?
1. Il venditore, secondo la legge, deve dichiarare la propria identità e, su richiesta del cliente, deve mettere a disposizione tutte le informazioni necessarie, ad esempio l’indirizzo postale, il numero di telefono, l’e-mail, la PEC (posta elettronica certificata).
2. Le informazioni su prezzo ed eventuali costi aggiuntivi devono essere chiare e trasparenti per il cliente.
3. Il cliente deve essere informato sul modo in cui il contratto sarà eseguito (pagamento, consegna del prodotto ecc.)
4. Il venditore deve usare una lingua semplice e comprensibile.
5. Il cliente deve ricevere una lettera di conferma d’acquisto.
6. Il cliente può recedere dal cosiddetto contratto a distanza entro 14 giorni, senza obbligo di motivazione. Tutti i pagamenti effettuati saranno restituiti. I contratti a distanza sono i contratti stipulati tramite telefono, fax, radio, internet o televisione.
Come ci si può liberare da un contratto non stipulato?
1. Non pagare: il venditore non può denunciare il cliente di essere in mora, se la controversia sulla validità del contratto non è risolta.
2. Fare reclamo tramite raccomandata all’azienda.
3. Se il reclamo resta ignorato, è meglio rivolgersi allo sportello cliente dell’azienda.
4. Se il venditore fornisce come prova un documento con firma falsificata, si deve immediatamente fare una denuncia per “pratiche commerciali scorrette” presso il garante antitrust.
Fonti:
Il Sole 24 Ore, lunedì 5 novembre 2018