Noyb mette in guardia contro l'uso improprio dei dati personali attraverso l'addestramento dell'intelligenza artificiale senza il consenso degli utenti e chiede un intervento urgente
L'organizzazione per la tutela dei consumatori Robin ha criticato aspramente le ultime modifiche alla protezione dei dati di Meta e l'assurda procedura di opt-out imposta agli utenti. Sta suscitando scalpore il fatto che Meta modificherà la sua politica sulla privacy a partire dal 26 giugno per utilizzare i dati degli utenti di Facebook e Instagram (post, video, foto...) per addestrare la sua intelligenza artificiale. Senza il consenso degli utenti.
Il punto è che Meta sostiene di agire sulla base di un interesse legittimo che, a suo dire, prevale sul diritto fondamentale alla protezione dei dati personali degli utenti europei. E quindi senza la necessità di ottenere il consenso.
Noyb, l'organizzazione europea per la protezione dei dati guidata dall'attivista austriaco Max Schrems, che si è occupa della questione, ritiene che il legittimo interesse non sia sufficiente per questo utilizzo dei dati e ha quindi presentato denuncie in undici Paesi europei (tra cui l'Italia). Alle rispettive autorità di controllo è stato chiesto di avviare una procedura d'urgenza ai sensi dell'articolo 66 del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati dell'UE) per bloccare al più presto questa iniziativa prima che venga attuata il 26 giugno 2024, come annunciato dalla stessa Meta.
Max Schrems, fondatore di NOYB, sottolinea in particolare che la nuova politica di Meta in materia di protezione dei dati mira a raccogliere tutti i dati pubblici e non pubblici degli utenti disponibili sul web dal 2007 e a utilizzarli per scopi non specificati di sperimentazione di tecnologie AI.
Non va quindi sottovalutata l'esistenza di numerosi account non più utilizzati dagli utenti, soprattutto su Facebook, che contengono ancora grandi quantità di dati personali che possono essere analizzati. Max Schrems è duro nei confronti di Meta: “Meta sta sostanzialmente dicendo che può ‘utilizzare qualsiasi dato da qualsiasi fonte per qualsiasi scopo e renderlo disponibile a chiunque nel mondo’, purché ciò avvenga tramite la ‘tecnologia AI’. Questo contraddice chiaramente il GDPR. “Tecnologia AI” è un termine incredibilmente ampio e Meta non dice per quali scopi utilizzerà i dati. Potrebbe quindi trattarsi di un semplice chatbot, di una pubblicità personalizzata estremamente aggressiva o persino di un drone assassino. Meta dice anche che può rendere i dati disponibili a qualsiasi 'terza parte'".
Il modulo di opt-out offerto da Meta è una farsa dal punto di vista dell'organizzazione di tutela dei consumatori Robin. Invece di ottenere il consenso dell'utente, come previsto dalla legge, Meta scarica la responsabilità sull'utente. Questi deve compilare un modulo complicato e ingannevole entro il 26 giugno 2024, che richiede motivazioni personali per l'obiezione. È possibile accedervi su Facebook e Instagram tramite le impostazioni dell'account (ad esempio, su Facebook alla voce “Gestisci i tuoi dati”). L'obiezione deve essere giustificata. Secondo Meta, la protezione dei dati funziona così.
Le autorità competenti per la protezione dei dati sono tenute a prendere provvedimenti rapidi e decisivi nei confronti di Meta. Secondo Noyb, le notizie suggeriscono che questa palese violazione del GDPR si basa (ancora una volta) su un “accordo” con la Commissione irlandese per la protezione dei dati. In passato, un simile accordo ha già permesso a Meta di aggirare il GDPR, causando una multa di 395 milioni di euro.
link: https://noyb.eu/it/noyb-urges-11-dpas-immediately-stop-metas-abuse-personal-data-ai