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Come il denaro delle pensioni venga convogliato negli armamenti europei

10. Apr 2025

Robin critica la mancanza di trasparenza di Laborfonds - Chi finanzia le armi con il proprio TFR dovrebbe almeno saperlo - Pace invece di tagli sociali

I fondi pensione scoprono la guerra come modello di business

Ciò che un tempo era considerato eticamente inaccettabile ora sta diventando sempre più un investimento redditizio: i fondi pensione europei stanno scoprendo l'industria delle armi. Sullo sfondo del cosiddetto piano “Rearm Europe”, ora “Readiness 2030”, e della guerra in Ucraina, anche gli investimenti in carri armati, missili e jet da combattimento vengono improvvisamente venduti come un “servizio alla democrazia” - rendimenti inclusi. 

Questa inversione di tendenza è particolarmente evidente nei Paesi Bassi e in Danimarca. Il più grande fondo pensione europeo, il Stichting Pensioenfonds ABP, che gestisce i soldi dei dipendenti statali e degli insegnanti olandesi, ha già ampie partecipazioni nell'industria degli armamenti e dice di avere intenzione di espanderle ulteriormente. Anche il fondo danese PFA Pension, con un volume di circa 120 miliardi di euro, vuole ammorbidire i suoi precedenti criteri di esclusione e investire persino in aziende che producono componenti per armi nucleari.

L’AkademikerPension danese si spinge ancora più in là, progettando di non escludere più le cosiddette “armi controverse” (ad esempio munizioni a grappolo o armi chimiche) in modo generalizzato. Secondo l'amministratore delegato Holst si tratta di una “battaglia esistenziale per la democrazia”. Un dilemma morale? Niente affatto: l'argomentazione è del tutto pragmatica.

Cosa fa Laborfonds con i soldi dei dipendenti? Robin non riceve nessuna risposta

Nel mese di marzo, l'associazione altoatesina per la tutela dei consumatori Robin ha inviato una richiesta specifica al Direttore Generale di Laborfonds, Dott. Sandro Pavesi. Nella lettera si chiedeva di avere informazioni sulla specifica politica di investimento del fondo chiedendo:

- come viene garantito il rispetto dei requisiti di legge, in particolare il divieto di finanziare armi controverse ai sensi della legge n. 220 del 9 dicembre 2021?

- esistono criteri di esclusione interni per gli investimenti in società di difesa convenzionali?

- Laborfonds intende partecipare al riarmo europeo e adeguare di conseguenza la propria asset allocation?

- i criteri di esclusione saranno eventualmente rivisti?

La risposta a queste legittime domande? Il silenzio. Laborfonds, infatti, non ha risposto alla richiesta di informazioni, né in termini di contenuto né di forma. Questa mancanza di trasparenza è inaccettabile dal punto di vista della tutela dei consumatori. Gli iscritti di Laborfonds e tutti i dipendenti della nostra zona hanno il diritto di sapere se i loro risparmi pensionistici finiranno per finanziare bombe invece che pane.

Pensione o carri armati? Cosa conta nel lungo periodo

Quello di cui quasi nessuno si rende conto è che gli investimenti nell'industria degli armamenti non sono solo discutibili dal punto di vista etico, ma mettono anche in pericolo il nostro stato sociale nel lungo periodo. Come sostengono i ricercatori sulla povertà, gli armamenti e i tagli sociali sono due facce della stessa medaglia. I fondi che oggi vengono spesi per le armi, domani mancheranno per l'istruzione, l'assistenza, la sanità e la protezione del clima.

È già evidente che il massiccio aumento delle spese militari in molti Paesi europei sta portando a tagli nel settore sociale. La ristrutturazione degli Stati verso bilanci orientati alla sicurezza significa, in ultima analisi, un cambiamento di sistema che si allontana sempre più da una società basata sulla solidarietà e che passa, invece, a un'economia militarizzata.

ROBIN lancia quindi un appello: la pace non è solo un imperativo morale, ma anche economicamente sensato. Se volete risparmiare dovete essere sicuri che il vostro denaro non contribuisca a finanziare le guerre. I fondi pensione non devono diventare un programma di sovvenzioni alle armi sotto mentite spoglie: trasparenza, controllo e responsabilità etica sono il minimo che possiamo aspettarci dai fondi sostenuti pubblicamente.